Artrosi o osteoartrosi
Definizione:
L’artrosi o osteoartrosi è una artropatia degenerativo-infiammatoria, plurifattoriale ad andamento progressivo ingravescente che colpisce le articolazioni mobili e semimobili del cane e del gatto. Generalmente interessa tutti i tessuti articolari che comporterà conseguenze come:
- Degenerazione cartilaginea (condrodegenerazione);
- Alterazione dell’osso subcondrale (osteoscelori ed osteocondrofitosi);
- Infiammazione della membrana sinoviale (sinovite);
- Fibrosi della capsula articolare e del periostio (entesiofitosi).
L’artrosi interessa i soggetti di tutte le età e delle razze medie e grandi che sono più soggette a malattie ortopediche di sviluppo rispetto alle razze di taglia piccola.
Eziopatogenesi:
Il meccanismo patogenetico fondamentale è rappresentato da uno squilibrio dei processi sintetici e riparativi rispetto a quelli degradativi con netta prevalenza di questi ultimi.
Diversi fattori possono provocare vari gradi di danno e distruzione cartilaginea e determinare la perdita di integrità e funzione. Il danno cartilagineo è asintomatico in quanto la cartilagine non è innervata, ma la sintomatologia clinica appare nel momento in cui c’è anche coinvolgimento osseo e delle altre strutture articolari.
L’artrosi può essere divisa in primaria o idiopatica e secondaria.
L’artrosi primaria corrisponde alla naturale e fisiologica degenerazione delle articolazioni dovuta all’età o all’usura articolare. Frequente nell’uomo, sembra che sia di relativa importanza in veterinaria.
L’artrosi idiopatica è un tipo di artrosi primaria con probabile predisposizione ereditaria: le razze maggiormente colpite sono Beagle, Boxer, Chow Chow, Dalmata e Samoiedo.
L’artrosi secondaria è quella più frequente in veterinaria ed è conseguente ad un ampio numero di patologie congenite o di sviluppo a carico sia degli arti anteriori che posteriori (displasie, lussazioni/sublussazioni, instabilità e deviazioni angolari, traumi e rotture legamentose).
Sintomatologia:
Zoppia di I o II grado, intermittente, improvvisa o graduale. Frequenti anche: atteggiamento antalgico, rigidità dopo deambulazione, tendenza al decubito, intolleranza all’esercizio e talvolta alterazioni comportamentali come aggressività, nervosismo e vocalizzazioni.
Nei casi cronici noteremo aumento del volume dell’articolazione dovuto alla fibrosi dei tessuti molli e dal rimodellamento osseo.
Diagnosi:
La visita clinica ortopedica è di fondamentale importanza per rilevare la sede del dolore, anomalie di andatura, tumefazioni articolari, periarticolari e del tono muscolare, valutare il ROM (range of motion) e crepitii articolari conseguenti allo sfregamento di osteiti intra e periarticolari.
La visita clinica deve essere sempre supportata da esami collaterali come la diagnostica per immagini. Le metodiche più utilizzate sono: l’esame radiografico, l’artroscopia, la tomografia computerizzata (TC) e l’ecografia (utile per tendini e della capsula articolare). Le restanti metodiche come la risonanza magnetica (RM) e la scintigrafia ossea sono molto utili ma ancora poco diffuse in veterinaria.
Terapia:
L’artrosi deve essere considerata come una patologia terminale nel senso che è un evento patologico macroscopico finale comune a molte patologie articolari. Quindi è fondamentale la prevenzione e la precocità della diagnosi.
Attualmente non esistono terapie in grado di arrestare lo sviluppo della patologia in atto ma, tuttavia, devono essere messe in atto delle terapie per ridurre il dolore e lo stress articolare. Esistono prodotti farmacologici (condroprotettori), classificati come mangimi complementari, capaci di rallentare e ridurre la progressione e la degenerazione della cartilagine articolare.
In caso in cui l’osteoartrosi si sia già instaurata, è consigliabile riposo e fisioterapia associata all’utilizzo di condroprotettori e controllo del peso corporeo.
In caso di riacutizzazione del dolore è possibile somministrare FANS.
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